Ogni boccetta di smalto nasconde una storia millenaria fatta di formule, tradizioni ed esperimenti finalizzati a soddisfare il desiderio di bellezza delle donne.
Lo smalto per le unghie vanta una storia millenaria: secondo alcune fonti non molto attendibili è stato creato all’incirca nel 3000 a.C..
Forse i cinesi e gli antichi Egizi furono i primi ad utilizzarlo secondo l’uso moderno.
I cinesi usavano dei colori laccati, prodotti da una combinazione di gomma arabica, albume d’uovo, gelatina e cera d’api; gli antichi Egizi utilizzavano un tipo di henné per dipingersi le unghie, di colore rosso o bruno-rossastro (l’henné, ora usato in tutto il mondo come tinta per capelli, è tutt’oggi utilizzato da alcuni popoli per dipingersi le unghie).
Cleopatra e Nefertiti, grandi regine anche di seduzione, furono grandi fan di hennè per la colorazione delle unghie: la prima utilizzava toni tendenti al cremisi, mentre la seconda prediligeva il rosso rubino.
Gli inca infine, furono i padri della nail art poiché usavano dipingere immagini di aquile sulla punta delle dita.
Durante il Medioevo questa questa pratica venne abbandonata e riapparve solo nel corso del Rinascimento, per impreziosire le mani delle nobildonne del tempo.
La grande evoluzione dello smalto per unghie, però, avvenne nel corso del ‘900.
Negli anni ’20 nacque la manicure, come la si conosce oggi, grazie a Michelle Menard che utilizzava smalti rosa e rossi: la volontà era di riprodurre i colori delle vernici fiammanti delle automobili sulle unghie delle donne.
Il primo smalto moderno fu commercializzato nel 1932 grazie alla nascita dell’azienda Revlon: gli anni trenta infatti, furono anni di grandi cambiamenti, il ritorno alla grande eleganza fu emblematico nonché sottolineato dalla più grande depressione di tutti i tempi.
La nascita del Technicolor, strumento per la cinematografia a colori, (1922) e l’invenzione dello smalto erano l’unico escamotage per sfuggire a tempi così grigi ed entrambi ebbero vitale importanza per l’industria cosmetica.
La regola di Revlon era coordinare il colore del rossetto con quello dello smalto e raccomandava di applicarlo sull’intera unghia, consentendo anche la copertura dei difetti delle unghie.
Inoltre gli smalti dovevano essere diversi per ogni stagione.
Lo smalto divenne un accessorio di moda e nel corso degli anni ‘40 le aziende cosmetiche iniziarono a puntare molto sul marketing di massa.
Durante gli anni ‘50 si prendeva spunto dalle star del cinema che utilizzavano colori accesi mentre gli anni ‘60 furono caratterizzati dalle tonalità pallide e pastello.
Negli anni ‘70 presero piede le unghie finte, inventate nel 1934 dal dentista Maxwell Lappe. In quel decennio l’americano Jeff Pink, utilizzando l’acrilico, realizzò, inoltre, una manicure con le punte dipinte di bianco; nacque così la french manicure che spopolò per tutti gli anni ’80, quando, oltre al french, si vide l’utilizzo di lacche con tonalità neon, dal giallo luminoso al magenta.
Durante gli anni ‘90 la tonalità del rosso scuro e nero era diventata un classico; inoltre, ebbero successo unghie acriliche e nail art.
Arriviamo al 2000 e ai suoi primi decenni in cui i prodotti per l’estensione delle unghie hanno subito miglioramenti, è cresciuto l’interesse per il settore delle unghie e lo smalto è diventato sempre più un accessorio moda.
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